RITORNO
a G.
Può la bellezza lacerata
non perdere la sua luce,
può un fitto parlottio
farsi musica gentile.
La folla, stretta nei vicoli,
è un corpo che avanza;
nomi, grida, richiami:
un unico fiato.
A Portalba una voce canta:
“…un istante a sorridermi ancora…”,
scansa l’acuto, sconcorda
la musica della radiola
posata per terra. Il ragazzo
chiede al vecchio: “Che roba
è questa?” e l’altro, malinconico:
“Una romanza di Tosti!”
(la cantava sua madre
nel tempo del “mai più”.)
Ora il ragazzo è curvo
su file di libri usati, ne trae
un Cechov, una Ortese.
Nel pomeriggio tiepido
dicembre appronta feste
per antiche contentezze.
Che n’è dell’adolescente
incerto? e delle sue promesse
in un’età di smarrimenti?
e di tante presenze
cedute alla memoria?
Quali ingannevoli approdi!
L’ora è questa e mai più:
in cielo la luna trasparente.
Città da tanto lasciata
in un giorno di luglio,
di quale amore amata
se il pensiero s’annebbia?
Forse il ritorno è un’ansa
di ritrovata allegria,
forse il segreto è partirne.
per ritornare.
19 dicembre 2019
(Foto di Dino Ignani)