"Specchi nel labirinto" è lucente congegno e inevitabile verità. Il labirinto è un cerchio in cui si uniscono inizio e fine, si guardano e si parlano stupiti il vecchio e il bambino; il filo ridescente del teatro che Pecora intesse tra memoria e visione, aderisce a una dura sentenza in cui perfino le maschere antiche rivelano se stesse fino in fondo. Tra le direzioni create per perdersi, gli specchi del ricordo aprono illusioni prospettiche, strade che procedono all’indietro. Così si ricompongono le case, le frasi dell’infanzia, il labirinto è la mente che percorre se stessa e improvviso – per un attimo quasi sconosciuto – appare il volto di chi lo attraversa. Alcesti e Narciso si spartiscono l’enigma del sacrificio di se stessi, a viso scoperto lo specchio rivela la rabbia, la tristezza, la delusione. Si fanno più nitidi i riflessi via via che si avvicina l’uscita, presenze fantasmatiche sempre più familiari aprono al gioco, inaspettata la meraviglia di una risata risuona. "Specchi nel labirinto" è un unico poema in quattro atti, dovrebbe essere letto a voce alta; nato per essere prosa, masubito si è animato di un ritmo.
Con una densa e lucente prosa lirica Elio Pecora attraversa il labirinto della memoria: parte dall'antica Grecia, percorre i corridoi, le stanze affrescate, i vicoli dell'infanzia vissuta a un passo dalla guerra. Con il poeta ci sperdiamo negli angoli ciechi dell'adolescenza e nella luce viva della conoscenza. Un labirinto costellato di libri, dettagli meravigliosi, amoroso canto, trasporta per via evocativa al cuore dell'esperienza poetica, all'essenza della poesia.
Garbin entra nel panorama della poesia italiana con voce già originale. Su una dote narrativa innesta la tensione del verso, il magnetismo di una propria metrica e un complesso universo immaginativo. Capace di tessere un epos familiare insolito, tocca con mano sicura la materia perturbante della morte, costruisce un solido sistema di riferimenti, attingendo con spregiudicata libertà al folklore e al fiabesco. Disegnando una topografia dell’abbandono, che dalle valli del Piemonte e del Veneto arriva a Milano, custodisce il segreto remoto delle anguane, donne con la pelle di serpente, ma anche la traccia ormai quasi inconoscibile delle ragazze cadute sul fondo di un lago, di quelle scolpite sulle tombe del cimitero monumentale, e di quelle che oggi prendono la parola dall’inascoltato margine della giovinezza. Tutti sono chiamati per nome, i perduti eroi e antieroi. Molte creature si trasformano, l’autrice stessa ha scritto questo libro con la forza della metamorfosi: qualcosa di rapace in lei preda il reale per farne visione. In questo esordio si nasconde una forte dimensione politica: il Male minore è la malattia della mente, materia oscura che trascina sul fondo la forza vitale.
Mikel Marini porta nella poesia di questi anni un ecosistema inaspettato: giardino, deserto, alveare in cui ogni cella racchiude un universo quasi perfetto e al suo interno un’avventura fatale. Marini è lucido e ossessionato, in uno spazio eremitico dissacrato mette in scena una giostra di santi reali e immaginari, re antichi e cavalieri picareschi, umanisti dimenticati; una collezione di punizioni autoinflitte nei modi più bizzarri, in un gioco di paratesti e alterego. Non per il mondo ma per il giardino è un labirinto di epoche e figure imprevedibili, sposta continuamente il confine tra letteratura e immaginazione, con la provocazione della farsa affonda in una prodigiosa originalità di pensiero. È un libro attraversato dalla violenza della mistica, in cui il mostruoso è meraviglioso e la penitenza è trasformazione. Marini ha una cultura trilingue e tutte le qualità che occorrono alla poesia: un lessico, una propria metrica, una capacità di costruzione del congegno letterario, una visione e un immaginario profondi e non comuni. La complessità e il talento rendono questo esordio sorprendente: una creatura mutante e alata, perturbante se guardata da vicino, eppure densa di bene.
Chi entra in queste pagine deve stringere un patto: leggere dall'inizio alla fine. Il passero bianco è una fiaba iniziatica in versi, della morte che nasconde la vita quando la vita nasconde la morte, del loro congiungersi in un territorio limite, tra il giardino e il bosco, tra l'infanzia e la sua perdita desiderante e definitiva. Un grande gioco di trasformazione include la morte apparente e il rischio dell'inganno sotto mentite spoglie, ma tutto in questa fiaba è onirico e reale, gli animali messaggeri che prendono sarcastici la parola, le creature di mezzo che cacciano per altra fame, il corpo segreto di sangue e ossa da nascondere. Qualcosa di crudele, incantato e tagliente lampeggia rapido, con sotterranea ironia: nessuno è davvero innocente; i dialoghi oracolari e improvvisi celano sempre una sorpresa. Sofia Fiorini ha intrapreso una direzione originale e complessa, quella della narrazione lirica affidata alla struttura, alla tenuta, a un lungo respiro che di pagina in pagina resta in equilibrio sulla storia. «Hai il dono del passo» dice il gatto alla protagonista, lo stesso si potrebbe dire dell'autrice, che ha un passo lieve, acuminato, precisissimo; la poesia di Sofia Fiorini riesce sulla distanza del sentiero in salita, sulla pazienza della trama. Nel telaio si intrecciano le dita dei grandi lettori di simboli, Ralph Waldo Emerson, da lei tradotto, Cristina Campo, nume tutelare dei rovesciamenti che nel fiabesco annidano il destino, Emily Dickinson madrina delle madrine, ma si fa avanti con distacco e decisione anche un'inattesa Patrizia Cavalli. Il passero bianco è il totem infero che sceglie la fanciulla, nel suo apprendistato ci saranno la caccia, l'innamoramento, il rito, tre segreti e un diverso finale.
Partendo dal rapporto tra poesia e legge, Franco Buffoni compone un magistrale percorso di rilettura della storia letteraria e dei suoi significati meno evidenti. Sul rovescio della giustizia c’è l’ipocrisia che ha costretto per secoli gli scrittori a nascondere il proprio orientamento sessuale. Da Oscar Wilde e Max Beerbohm, attraverso Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Giovanni Pascoli, Elizabeth Bishop, Marianne Moore scopriamo ciò che prende voce e si libera oltre la maschera della scrittura. Con la parola obliqua della poesia emerge la verità, la giustizia resa alla storia.
Collezione le parole della poesia.
Maestri della poesia contemporanea firmano un saggio dedicato ad una sola parola. Le grandi parole- tema attraversano i capolavori della letteratura e custodiscono il senso profondo dello scrivere.
Progetto grafico di copertina in collaborazione con la Scuola di Grafica - Indirizzo in Edizioni e Illustrazione per il Libro e la Grafica d'Arte - Accademia di Belle Arti di Venezia
Accade talvolta in letteratura che i maestri in ombra siano radar puntati verso il futuro, capaci di cogliere la cifra stilistica della propria epoca innestandola in una materia a lungo attorta e amata; è la sensazione con cui si entra nello spazio di Vivi al mondo, uno spazio spesso illuminato da una luce che arriva di taglio: chiarezza che entra di sbieco a rivelare la pulviscolare presenza dell’aria, dalla finestra di una stanza, tra molte altre, nell’allargarsi dell’inquadratura. Questo spazio è per l’appunto vivo, abitato da molteplici esistenze, quasi tutte sul punto di andarsene. Daniela Attanasio trova un ritmo ampio, confinante con la prosa, precisamente musicale; proprio da un’autrice appartata ed estranea alle mode arriva un’opera pienamente contemporanea, esito di grande eleganza e naturalezza, per una ricerca portata avanti dalle generazioni più giovani.
Progetto grafico di copertina in collaborazione con la Scuola di Grafica - Indirizzo in Edizioni e Illustrazione per il Libro e la Grafica d'Arte - Accademia di Belle Arti di Venezia. Opera di Li Zhuomin
Così com'è, così com'è stato è l'epos di una madre e della tenace iniziazione di un figlio, è il lento tragitto di un ritorno, dall'infanzia all'addio, che non si compie ma si fa ritmo, rito, narrazione, destino. L'infanzia-presagio può essere raccontata come eredità-mito, estendersi fino alla città universitaria dei vent'anni e ridisegnare gli spazi, intrecciare le case, costruire con devozione un universo linguistico e musicale, una mitografia in cui perfino il gergo del presente si fa tragico, eroico, lessico di nuovi sortilegi. È la prospettiva in cui la mano di un ragazzo si trasforma nella mano di un autore. Così com'è, così com'è stato è l'esordio di una voce autentica, libera di appartenere a opposte tradizioni, di essere diversa e nuova.
Progetto grafico di copertina in collaborazione con la Scuola di Grafica - Indirizzo in Edizioni e Illustrazione per il Libro e la Grafica d'Arte - Accademia di Belle Arti di Venezia. Opera di Arianna Marcolin
A cura di Isabella Leardini
Escluse dal canone, narrate per la loro eccezionalità, per i loro amori o per i loro troppo brevi destini, fino ad ora sono arrivate a noi con la forza di un paradosso: evidenti benché invisibili, ammesse per la loro unicità. Eppure non erano casi isolati, nella poesia italiana del Novecento le donne c’erano; hanno pubblicato con i più grandi editori, diretto riviste militanti, partecipato attivamente alla vita letteraria e al lavoro editoriale, fondato i premi più ambiti. Molte di loro hanno intercettato e tradotto per prime le grandi voci internazionali. Lette, ascoltate, sostenute o criticate dai loro illustri colleghi e amici, all’ultimo momento sono state comunque rimosse. Questa costellazione non è stata visibile nel suo disegno d’insieme, non ha potuto orientare la rotta. È tempo di guardarla brillare, accoglierla come tradizione, riconoscerne la traiettoria e una nuova, più ampia narrazione. Leggerle finalmente insieme è necessario, non perché debbano essere relegate in un canone di genere, ma perché fino ad ora raramente abbiamo avuto la possibilità di farlo.
Progetto grafico di copertina in collaborazione con la Scuola di Grafica - Indirizzo in Edizioni e Illustrazione per il Libro e la Grafica d'Arte - Accademia di Belle Arti di Venezia. Opere di Silvia Giacomazzi, Simone Cortello, Alessia Vadacca, Eros Beggiora.
Toccando il tema della memoria Umberto Piersanti intreccia la materia fondamentale della sua vita e della sua scrittura, con ge- sto esatto e familiare ne attraversa i nodi e le diverse densità. Dalla memoria poetica a quella mitica, da quella collettiva a quella involontaria, fino a perlustrare l’infanzia e l’adolescenza, dove ogni vicenda personale prende forma di storia. Umberto Piersanti in queste pagine accompagna il lettore in un dialogo alto, appassionato e sincero tra la propria officina poetica e gli autori più amati: Leopardi, Carducci, Pascoli fino a Ungaretti, Saba e Attilio Bertolucci; sul confine sottile in cui, una volta passati, so- gni e ricordi finalmente coincidono.
Collezione le parole della poesia.
Maestri della poesia contemporanea firmano un saggio dedicato ad una sola parola. Le grandi parole- tema attraversano i capolavori della letteratura e custodiscono il senso profondo dello scrivere.
Progetto grafico di copertina in collaborazione con la Scuola di Grafica - Indirizzo in Edizioni e Illustrazione per il Libro e la Grafica d'Arte - Accademia di Belle Arti di Venezia
Premio Montale, la prima raccolta poetica di Giancarlo Pontiggia, Con parole remote, esce in questa nuova edizione con commento dell’autore. Testo inaugurale che è ben più di un debutto, perché è ripresa e ricominciamento, Con parole remote è abitato da una voce antica che lo intona e ne costituisce il basso continuo. Voce che precede ogni dire successivo. Come per magia il silenzio è fatto risuonare di una verità sepolta, dimenticata, ma presente. Non altro il compito della poesia.
Progetto grafico di copertina in collaborazione con la Scuola di Grafica - Indirizzo in Edizioni e Illustrazione per il Libro e la Grafica d'Arte - Accademia di Belle Arti di Venezia. Opera di Camilla Malachin
I fanciulli dietro alle porte, nuovo libro di Rosita Copioli, è un poema esoterico, un canzoniere d’amore, un violento epos del femminile - sebbene guardi all’androgino - che intreccia mito e storia recente, e consegna molte chiavi per capire il no- stro tempo, al confine tra conoscenza e profezia. Un libro-universo, in cui l’autrice porta al più alto grado temi e registri esplorati fin dall’esordio. Salutata da Pietro Citati come «la più intensa e ricca poetessa italiana di oggi», Copioli ha l’audacia di inaugurare un passo decisamente nuovo: una pronuncia che scardina e condensa, che nel plurilinguismo intesse sapienza classica e sperimentazione. Protagonista è il desiderio che muove il cuore umano con le stesse pulsioni della natura, all’inseguimento del Tutto. Copioli vi osserva la prima cifra del mistero, la cosmologia amorosa delle ambivalenze, il volto in cui il dolore coesiste con la gioia. Echi dei Sufi si intrecciano a Emily Dickinson e a Goethe, nuovi miti fioriscono dal vissuto come visioni e presenze, ciò che appare agli occhi del lettore è un arazzo vivido nel rovescio segreto che una mano invisibile ha annodato.
Con il dettato inconfondibile della sua voce poetica, Milo De Angelis affronta il tema del ritorno come atto conoscitivo, viaggio agli inferi, mutamento e ritrovamento di sé. Odisseo e Orfeo, le due figure chiave del tornare, archetipi di conoscenza e poesia, guidano nella profondità di questo passo. Milo De Angelis mostra l'eroe omerico nella tenerezza fatale del riconoscimento di Argo, intraprende un viaggio accanto agli autori amati: Leopardi, Pascoli, Campana; giunge all'Orfeo definitivo che parla per bocca di Cesare Pavese. Queste pagine svelano il ritorno come fedeltà alla parola e al destino.
Collezione le parole della poesia.
Maestri della poesia contemporanea firmano un saggio dedicato ad una sola parola. Le grandi parole- tema attraversano i capolavori della letteratura e custodiscono il senso profondo dello scrivere.
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Con il passo della fiaba dell’incantamento, Roberto Mussapi accompagna il lettore alla scoperta del rapporto tra magia e parola. Dalla voce oracolare e innamorata di William Butler Yeats, fino alla misteriosa conoscenza che percorre il teatro di Shakespeare, rivivono simboli e rituali di civiltà antiche e lontane, ma si compone anche una luminosa riflessione sull’atto magico della traduzione. Attraversando l’isola delle voci e la tempesta dell’ispirazione, Mussapi svela i grandi poeti maghi della storia.
Collezione le parole della poesia.
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Giuseppe Conte intraprende un viaggio avventuroso nel territorio della visione, che fin dall’antichità tiene insieme immaginario e sguardo sul mondo. Da Dante a William Blake e Walt Whitman, nell’incontro tra Poe e Baudelaire, nella polarità di Ungaretti e Montale, Conte rende il suo omaggio ai poeti veggenti e visionari della storia, che - come lui stesso afferma - hanno spinto il loro spirito ai confini dell’invisibile, in cerca di verità e di infinito.
Collezione le parole della poesia.
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Densa e luminosa, la voce di Silvia Bre introduce al mistero della poesia. Dall’etimologia della parola, fino alla storia dei riti iniziatici che nell’antica Grecia celebravano le feste sacre a Dioniso, chiamate proprio Misteri. Ermes, Demetra, Orfeo, molte sono le figure che guidano alla rivelazione del segreto, altrettante le voci di grandi pensatori e mistici antichi, moderni e contemporanei che Silvia Bre magistralmente fa risuonare insieme alla propria, ospitando la conoscenza di chi abita la metamorfosi, l’ignoto, il silenzio.
Collezione le parole della poesia.
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Rosita Copioli attraversa, con appassionata e sapiente maestria, la storia e la complessità dei simboli; riattiva il dialogo tra la contemporaneità, l’arte, la scienza e le religioni. La potenza delle immagini e degli archetipi è forma generatrice primaria. Copioli mostra il rapporto sperimentale che l’artista instaura con l’immaginazione, nell’esperienza di Leopardi e di Yeats, giunti ancor prima di Jung sulla soglia di questa conoscenza, fino alla genialità del sogno in Fellini.
Collezione le parole della poesia.
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All’origine del mondo e della creazione stessa, nella voce di Esiodo, Omero, Lucrezio, sulle tracce della memoria da cui nasce la poesia stessa. All’origine della modernità, tra le pagine di Baudelaire, Nietzsche, fino a Montale, Pavese e Zagajewski. Giancarlo Pontiggia con una prosa sapiente e personale, rintraccia l’origine della sua stessa visione, nei ritagli dell’infanzia, nella luce della provincia italiana del mare greco, dove la grande cosmogonia ha inizio. Un viaggio all’indietro nella materia del sogno, del mito, della parola primaria.
Collezione le parole della poesia.
Maestri della poesia contemporanea firmano un saggio dedicato ad una sola parola. Le grandi parole- tema attraversano i capolavori della letteratura e custodiscono il senso profondo dello scrivere.
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A più di vent’anni di distanza torna in libreria un’antologia delle poesie di Piero Bigongiari (1914-1997), poeta, critico e intellettuale fra i maggiori del Novecento, con un'ampia introduzione di Milo De Angelis e la cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi. Dalle giovanili alle ultime scritte prima della scomparsa, il libro contiene 127 poesie tratte da tutte le raccolte pubblicate in vita dal poeta ma sono numerose le poesie disperse che completano e rendono evidente l’intera parabola della poesia di Bigongiari.
«I versi di Piero Bigongiari avevano infatti il potere di imprimersi subito nella mia mente. Erano - e rimangono - sapienti, fulminei, perentori, capaci di entrare nelle zone più profonde, rovesciare ogni luogo comune e trasformarlo in sentenza. Hanno dentro di sé la luce del paradosso e la lama della verità.»
dall’introduzione di Milo De Angelis