Dalla prefazione di Isabella Leardini
Una giovane ha avuto il compito di decifrare un miracolo, ma un miracolo non è cosa semplice, non è ciò che dai miracoli ci si aspetta. Quella che leggeremo è la storia di una donna che ha pronunciato tutti i sì necessari all’amare, ma ha avuto il destino di testimoniare un no. Qualche volta il miracolo non è la vita, ma la morte a cui stare di fronte prima ancora che la vita sia. La morte che dimostra la vita là dove essa c’è comunque stata.
Forse occorre l’incoscienza di una ragazza, la sua dura metamorfosi nel buio, per raccontare cosa sia una madre che non diventa madre. Per raccontare la maternità che resiste, cammina, vive incarnata in un corpo che nessuno chiamerà mamma. Se il tema dei temi in poesia è ciò che resta dell’amato dopo la sua fine, allora Anna dimostra Samuele, se stessa e molte altre donne, dimostra l’amato che insieme a lei esiste, il vuoto che non ha paura di guardare. Questo libro starà accanto a molti vuoti e a molti pieni. Sarà accanto a chi non crede in un misterioso universale legame, metterà la sua dolente feroce tenerezza nelle mani di tutti come indifeso bene. Perché se Anna ha popolato la sua notte di arcaiche madri della Bibbia e profeti bambini, a noi che non vediamo un nesso esatto tra il sacro e il reale, resta comunque la sua fiduciosa adesione, l’impressione di trovarci di fronte a una piccola santità: secondo l’etimologia più antica, un patto inviolabile con l’amore.
Io non sono sentinella nella notte
io il buio me lo bevo fino in fondo.
Ho ingoiato pezzi di pane come fossero sassi
per bucarmi lo stomaco
spezzarmi dal centro.
I bambini riconoscono le donne
che hanno la pancia gonfia per i motivi sbagliati
ti vedono il buio attraverso la pelle, lo sanno
se sei una che grida terra ai miraggi.
*
Ci sono attese che non si compiono
nomi che rimangono in sospeso
come l'incenso
quando si resta sotto la croce.
Io però lo so
che quando hai nascosto il battito all'ecografo
ridevi e pensavi
che non c'è bisogno di respirare
per chi nasce in una resurrezione.
*
Rut
"Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa che non sia la morte, mi separerà da te."
Rt 1. 17
Dicono che le promesse
siano fatte di pane
di giorni che ti cambiano il nome in grido
e ti lasciano in mano solo un pugno di farina.
Ho imparato a impastare piano
a guardare negli occhi il buio
ad aspettare nella città del pane
una notte che sappia chiamarmi.
*
Io ho gli orologi nella voce
come bastasse contare i giorni per amare
ma tu mi fermi il tempo quando guardi
il cruscotto della macchina e non piangi.
Ti tremano soltanto le mani quando cambi
le lenzuola nel tuo letto
loro lo sanno che dovresti
fare quelli dei bambini e chiamarli
che ormai è pronta la cena.
Anna Paradisi nasce a Rimini il 26 luglio 1996. Nel marzo 2021 ottiene la Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Scienze della Formazione Primaria presso l'Università di Bologna. Attualmente è insegnante di scuola dell'Infanzia a Rimini e frequenta il corso di laurea magistrale in Pedagogia presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2019 alcuni suoi inediti sono apparsi sul sito di Atelier Poesia e, nel dicembre dello stesso anno, alcuni suoi testi sono stati pubblicati nella raccolta Secolo donna 2019. Almanacco di poesia italiana edito da Macabor. Nel 2022 le viene conferito il Premio per poeti inediti Alma Mater Violani Landi. Nel 2023 ottiene il premio Ritratti di Poesia. Si stampi promosso da Fondazione Roma.