Gli dei della guerra
(fuori del tempo)
erano gli dei della guerra,
non sarebbero mai morti,
quei soldati dall’ampio sorriso
sotto le bustine o gli elmi
larghi, tutt’attorno alla fronte,
sempre così forti e agili
scendere dai camion
e dalle jeep,
regalare cioccolate alle sorelle,
cantare verso sera
tutti in cerchio,
in una lingua strana,
adatta a quella musica
diversa e rotta,
così diversa dai canti
della madre e le sorelle
andavano a combattere
a Tavoleto contro i tedeschi
dagli elmi schiacciati,
soldati duri come il ferro
ma nessuno moriva,
questo pensavi
a quattro anni
affacciandoti al cancello
dell’orto immenso,
quei soldati erano immortali,
cadevano sotto il fuoco,
forse morivano,
ma per poco,
poi si rialzavano
e tornavano alla guerra
ma forse tutto
durava per sempre,
andare alla pineta
alla sorella per la mano
e la cucina
sarebbe stata sempre quella,
bassa, con l’inferriata
attaccata all’orto
c’è stata una stagione,
sì, c’erano i giorni
e le ore,
ma erano eterne,
il tempo uguale
e assoluto
ora lo sai,
quei soldati magari
non sono morti
a Tavoleto,
di loro quasi nessuno
gode il sole
a marzo guardavi
le viole attorno al pino,
vuoi che il tempo
non entri
dentro quel cerchio
ottobre 2022
Foto Dino Ignani